Qualche settimana fa son tornato dopo tanto tempo a Escolca, il piccolo paese in cui é nato mio padre.
Ho rincontrato alcuni dei miei vecchi amici d’infanzia, con cui ero solito passare parte della mia estate.
Alcuni di loro son partiti e andati dall’altra parte del mondo. Letteralmente. Alla ricerca di cosa, se di una esperienza a tempo o di uno spazio nel mondo sul lungo termine, lo sanno solo loro.
Altri son rimasti, invece. Nel parlare con i primi, ho ritrovato parole familiari. Il classico “molto bello” che asseconda l’entusiasmo dell’interlocutore con il successivo “ma però..” a sottolineare che partire non è facile come dicono e non è solo rose e fiori.
Nel parlar con i secondi, ho ritrovato quasi delle scuse. Letteralmente. Sembravano quasi mortificati, quasi dovessero giustificarsi per il loro non esser partiti. Per il loro essersi “accontentati”.
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