Durante la rivoluzione industriale si verificò un interesse crescente nell’utilizzo della plastica, un materiale che iniziava a stupire per la sua singolare duttilità e la sua capacità di essere modellata a piacimento. Le prime plastiche utilizzate nell’industria erano di origine naturale, ma non passò molto tempo prima che venissero sintetizzate chimicamente per aumentarne la flessibilità, l’impermeabilità e la resistenza grazie al lavoro del chimico Leo Baekeand. Ad oggi i dati mostrano che il quantitativo di plastica prodotto annualmente nel mondo è di circa trecento milioni di tonnellate e questo ha ovviamente degli effetti drastici sul nostro pianeta. Nel 1997 l’oceanografo Americano Charles Moore fu il primo ad osservare quel cumulo di spazzatura fluttuante che venne poi chiamato con il nome di “Great Pacific garbage patch”, e molti altri cumuli potrebbero espandersi nell’oceano Indiano e nell’oceano Pacifico. Risulta dunque chiaro che questa problematica debba essere in qualche modo arginata, a partire ovviamente da un minor utilizzo della plastica stessa. Continue reading “Ideonella Sakaiensis: un batterio plastico”
