Ci sono certi gesti abituali
Svolti da tutti
Con tale disinvoltura
Nella prassi quotidiana
incisi nel nostro patrimonio genetico.
Lo chiamerei
Istinto di vanità
Quella spinta a distrarci
Dal fatto che stiamo vivendo.
Il modo d’agire nello spazio
Da parte di un individuo
ne riassume l’indole,
Esiste chi è sicuro
E finge di esserlo,
O chi è goffo
E teme di ammetterlo.
Se ci dichiarassimo
Tutti incerti a questo mondo
Di quel che stiamo facendo,
Ci sentiremmo più forti
Nella nostra debolezza di uomini.
Il rifiuto di quest’essenza comune
È alla base di ogni conflitto,
Venduto alla mercè del consumo
Per la felicità del profitto.
Insegnateci ad aver paura
E a non viverla in silenzio,
Ad andare in crisi
A subire il panico
Nei giorni bui
Che prima o poi accadono.
Educateci all’incertezza
Questo vi chiederebbe
Un qualsiasi adulto
Se potesse tornare bambino,
E sarebbe per lui
come avere sempre una carezza
Nelle mani e sul viso.
L’uomo di vetro, la forza della fragilità – VITTORINO ANDREOLI
Leggilo.
"Mi piace""Mi piace"