La scorsa settimana, la NASA ha condiviso con il mondo le più sensazionali e nitide immagini di Marte viste finora.
Ad inviarle, dopo quasi 2000 giorni totali di permanenza, è stato Curiosity, il più longevo rover della NASA.
Curiosity deve il suo nome alla dodicenne Clara Ma, dal Kansas, che durante il concorso indetto dalla NASA per trovargli il giusto soprannome propose “Curiosità”, dicendo che:
“La Curiosità è una fiamma eterna che brucia nella mente di ognuno di noi.
Mi fa alzare dal letto la mattina e chiedermi quali
sorprese la vita mi metterà davanti per quel giorno.
La curiosità è una forza così potente.
Senza di essa non sapremmo chi siamo noi oggi.”
Visti i risultati raggiunti dal rover, ad oggi si può affermare che probabilmente nessun nome sarebbe stato più adatto. È bello infatti pensare che sia stata la sua curiosità a farlo sopravvivere alle avversità incontrate in questi anni, prima fra tutte l’atterraggio, ricordato dalla NASA come i “Sette Minuti di Terrore”. A causa dei suoi 900 kg era infatti stato stimato che il classico metodo con airbag e ruote non avrebbe funzionato e quindi si optò per una serie di complicatissime manovre che misero a dura prova l’intera missione. Curiosity è costato 2,5 miliardi di dollari, le dimensioni da piccolo SUV gli consentono di avere al suo interno un mini-laboratorio scientifico, è stato progettato per riuscire a superare ostacoli “alti” fino a 65 cm e percorrere circa 200 metri al giorno. Il rover, è partito il 26 novembre 2011 da Cape Canaveral, è atterrato sul suolo del pianeta rosso il 6 agosto 2012, ed ha scattato (ed inviato alla Terra) un totale di circa 224mila foto.
(Credit: Karl Tate, SPACE.com)
Le ultime immagini ricevute dal Cratere Gale mostrano tutto il tragitto percorso fino ad adesso dal robot e sono a dir poco mozzafiato: i panorami, le montagne ed i colori sono quasi “terrestri”. Talmente belli che la NASA non si è accontentata di mostrarle come sono arrivate, ma le ha rese ancora migliori montando un video delle immagini che fornisce un’esperienza in prima persona del pianeta rosso. (https://www.nasa.gov/mission_pages/msl/videos/index.html)
Ma quali sono gli obiettivi di Curiosity su Marte?
Principalmente due: il primo è scoprire se il pianeta rosso è o era ideale ad ospitare la vita. A differenza di come si potrebbe pensare, questo primo punto non si traduce automaticamente in un robot che cerca la vita vera e propria, quanto piuttosto in uno che analizza l’ambiente circostante per poter dedurre e valutare se ed in che modo è possibile la vita. Il secondo obiettivo invece è monitorare ciò che lo circonda, in termini di temperature, condizioni atmosferiche e radiazioni. Il rilevatore di radiazioni installato nella macchina, funziona per un quarto d’ora ogni ora captando radiazioni dal suolo e dall’atmosfera intorno. Nel 2013, dopo un anno dall’arrivo di Curiosity, gli scienziati dell’Agenzia Spaziale Americana hanno valutato che i livelli di radiazioni registrati fino a quel momento sarebbero stati sopportabili da un’ipotetica squadra in missione su Marte.
Tutt’altro che sorprendentemente Curiosity nel tempo ha acquisito una certa popolarità, sia nell’immaginario comune che all’atto pratico; il suo profilo Twitter infatti conta quasi 4 milioni di followers ed innumerevoli post a cadenza quasi giornaliera. Per rimanere aggiornati sulle avventure del rover quindi non resta che seguirlo @MarsCuriosity!